La nuova frontiera del south working [Credits by Freepik]
La pandemia da covid-19 e le conseguenti restrizioni a cui tutti noi siamo stati sottoposti hanno dato vita a nuove modalità di interazione e socialità.
Questo è vero soprattutto in ambito lavorativo come testimonia lo sdoganamento pressoché definitivo di formule più o meno ibride di smart working e remote working.
Ma c’è un altro fenomeno su questo fronte che ha preso piede soprattutto in Italia e che in qualche modo ha a che fare con le modalità di lavoro appena citate.
Questo fenomeno va sotto il nome di south working. Di cosa si tratta? Proseguite nella lettura e lo scoprirete.
Che cos’è il south working: opportunità e problemi
Il significato del termine south working richiama le modalità remote e smart sopra descritte.
In buona sostanza è successo questo: a partire dal lockdown della scorsa primavera molti lavoratori nel nord Italia di origini meridionali hanno deciso di fare ritorno nelle loro terre natìe e in accordo con le aziende hanno iniziato a lavorare da casa, dal sud.
Da qui appunto il termine south working.
In verità questa fuga verso il meridione ha riguardato non solo chi in queste terre ci è nato, ma è stata anche un precisa scelta di molti freelancer e liberi professionisti che soprattutto in estate hanno deciso di spostarsi nei luoghi di villeggiatura anche per lavorare.
Questo senza ombra di dubbio è uno dei vantaggi del lavoro digitale, ovvero la possibilità di spostarsi e continuare a lavorare rimanendo connessi con aziende, clienti, fornitori e collaboratori.
Il south working logicamente impone un cambiamento mentale da parte di tutti gli attori in gioco.
Inevitabilmente verranno a galla delle criticità nei prossimi mesi perché non tutti hanno acquisito la piena consapevolezza di cosa significhi lavorare mentre si è in vacanza.
Soprattutto dal punto di vista psicologico tutto ciò pone degli interrogativi a cui non dobbiamo sottrarci:
- come riuscire a distinguere il tempo di lavoro dal tempo libero?
- Saremo sempre più dipendenti dall’uso delle tecnologie per lavorare?
- Come far fronte alla mancanza di contatto fisico?
- Questo cambierà la nostra percezione del reale? Se sì, come?
È bene iniziare sin da ora a ragionare su questi interrogativi e non aspettare che emergano criticità.
Insomma il south working può essere una buona cosa, ma bisogna saperla gestire.